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D.O.M.A. — Deus Optimus Maximus Amen

  • Immagine del redattore: Elevenios
    Elevenios
  • 9 ott
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 ott

Il Sigillo del Divino nell’Opera dell’Uomo


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Tra le parole che sigillano le nostre Tavole e coronano le nostre Opere, ve n’è una che vibra come eco antica e universale: D.O.M.A. — Deus Optimus Maximus Amen.

Quattro lettere, quattro parole, quattro pilastri del Tempio interiore, esse racchiudono un intero universo di significato, perché non sono solo una formula di riverenza, ma un mantra sacro, un sigillo che connette il principio divino alla realtà umana.


Deus – Il Principio

“Deus” è la scintilla originaria, l’Uno ineffabile, il punto di luce che precede ogni manifestazione, non è il Dio delle forme, ma la Sorgente stessa della Luce, quella da cui scaturisce ogni geometria, ogni legge, ogni equilibrio, è l’essenza che non si nomina e non si descrive, ma che ogni Iniziato può percepire nel silenzio profondo del proprio cuore.

Nel Deus inizia l’Opera, tutto ciò che è, nasce dal pensiero divino. È la causa prima, l’arché, l’energia che dà forma all’informe.


Optimus – Il Bene Supremo

“Optimus” rappresenta la perfezione morale e spirituale, è il Bene che si manifesta nell’Ordine, nella Giustizia, nell’Armonia, è il volto luminoso del Divino che guida l’Uomo verso la rettitudine e la purezza dell’intento.

Optimus è l’Ideale a cui l’Iniziato tende, il compimento della virtù, la costruzione del Sé superiore, la purificazione che trasforma la materia dell’anima in oro filosofico.

È l’eco del principio pitagorico secondo cui il Bene e la Bellezza coincidono, il giusto è anche l’armonico, e ciò che è armonico riflette Dio.


Maximus – La Totalità del Tutto

“Maximus” è la pienezza, la totalità dell’Essere, è il Divino nella sua estensione infinita, che abbraccia il Tutto e lo sostiene, non vi è nulla fuori da Lui, perché ogni cosa, anche l’ombra, appartiene alla Sua Luce.

In Maximus si manifesta la potenza cosmica del Divino, la Legge che governa le stelle come il battito del nostro cuore, è l’energia che scorre in ogni atomo, il respiro che unisce il macrocosmo al microcosmo, il richiamo all’Unità perduta.

Per l’Iniziato, riconoscere il Maximus significa comprendere che tutto ciò che accade, anche il dolore e la prova, appartiene al Disegno del Bene Supremo.


Amen – Il Sigillo del Compimento

“Amen” non è soltanto una parola di chiusura, è un sigillo magico, in ebraico significa “Così è”, “Così sia”, ma anche “È Verità”.

Esotericamente, è la parola che trasforma il pensiero in realtà, il verbo in azione, l’intento in opera.

Quando pronunciamo “Amen”, non chiudiamo, sigilliamo, diamo compimento al ciclo, come l’alchimista che, dopo aver separato e purificato, coagula nuovamente la sostanza trasmutata.

È il ritorno al principio, la ruota che si chiude su sé stessa, come nel SATOR, dove tutto ruota e tutto si tiene.

Amen è la Pietra finale posta sul Tempio, il punto in cui la volontà dell’Uomo e la Volontà del Divino coincidono.


Nel suo insieme, il D.O.M.A. è una formula di equilibrio perfetto:

Deus (l’origine), Optimus (il bene), Maximus (la totalità) e Amen (il compimento).

È l’intero percorso iniziatico riassunto in quattro parole, quattro tappe, quattro gradi della coscienza.

In Deus, l’Uomo riconosce la Fonte.

In Optimus, egli impara a rettificarsi.

In Maximus, comprende la Legge che regge il Tutto.

In Amen, unisce la propria volontà a quella dell’Uno.


In chiave alchemica, il D.O.M.A. rappresenta il ciclo completo della Grande Opera.

“Deo” è lo Spirito, la scintilla che discende;

“Optimo” è la purificazione, la separazione del sottile dal denso;

“Maximo” è la potenza della trasmutazione, il fuoco sacro;

“Architecto” è la coagulazione finale, la realizzazione della Pietra Filosofale.

Così come l’alchimista trasforma il piombo in oro, Noi dobbiamo trasformare la materia del proprio essere in Luce cosciente, collaborando con il D.O.M.A. non come servo, ma come figlio dell’Opera.


È un itinerario, una preghiera e una dichiarazione.

Chi vive secondo il D.O.M.A. non cerca Dio fuori di sé, ma Lo manifesta in ogni gesto, parola e pensiero.

Ogni volta che pronuncio queste quattro lettere, sento che non sto invocando una potenza lontana, ma accendendo una fiamma dentro di me.

Il Deus diventa la mia coscienza; l’Optimus, la mia aspirazione al Bene; il Maximus, il respiro che mi lega al Tutto; e l’Amen, il mio atto di volontà che consacra ogni mio gesto al Lavoro sacro della Vita.

Il D.O.M.A. è, per me, un sigillo vivente, una formula che ricorda all’Uomo la sua doppia natura, terrena e celeste e lo invita a operare affinché le due si riconcilino, è la chiave che apre e chiude ogni Opera, il cerchio che contiene l’infinito, la parola che unisce il silenzio e il verbo, dove il mio lavoro individuale si fonde con l’Opera Universale, un atto di consapevolezza, non una formula, ma un ponte tra l’Uomo e l’Eterno.

Ogni mia azione diventa così parte del disegno universale, e il mio cuore diventa Tempio in cui il Grande Architetto continua la sua Opera.

Ricordarci che il Divino non è solo sopra di noi, ma in noi;

che non è un’entità che osserva, ma una Forza che costruisce,

e che ogni volta che leviamo la squadra con rettitudine,

ogni volta che compiamo un atto giusto,

noi proseguiamo la Sua Opera nel mondo.

A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴

T∴F∴A∴

Fr∴ Elevenios

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