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La Clessidra ed il Tempo

  • Immagine del redattore: Elevenios
    Elevenios
  • 29 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 10 ott

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La Clessidra, fragile custode di sabbia, semplice strumento che però racchiude il più grande mistero.

Ogni granello che scivola è un istante che si spegne, una luce che si consuma, un respiro che non tornerà.

Il Tempo, è la nostra più preziosa ricchezza, eppure è quella che spesso trattiamo con maggiore leggerezza, lo sciupiamo in ciò che è vano, lo spendiamo nelle illusioni del profano, dimenticando che ogni attimo fuggito non potrà mai essere richiamato.

Esotericamente, la Clessidra è simbolo del nostro viaggio, il vetro che la divide è come il velo della vita, sopra, la sabbia che ancora deve cadere, sotto, quella che ormai appartiene al passato.

Non possiamo fermarne il corso, non possiamo invertire il suo cammino, possiamo solo contemplare il presente: quell’unico granello che, nel suo cadere, è già passato, ma nel suo essere sospeso, è ancora futuro.

La Clessidra ci ammonisce con dolce severità: “Memento Mori”.

Non come invito alla paura, ma come promessa di verità, ci dice che tutto ha un termine, e che proprio in questo limite si cela la bellezza del vivere.

Se il tempo fosse infinito, nessun istante avrebbe valore.

È il confine a rendere prezioso ogni respiro, è la finitezza a trasformare la vita in poesia.

Il tempo perduto non ritorna, e il tempo fuggito non si compra.

Gli antichi alchimisti vedevano in esso il grande crogiolo in cui la materia si trasmuta e l’uomo si perfeziona, ogni granello è prova, ogni caduta è occasione; ma solo se vissuta con coscienza diventa oro filosofico.

La Clessidra ci insegna che non possiamo lasciare che la sabbia scorra invano, ogni attimo è dono, ogni incontro è tesoro, ogni gesto è seme.

Quando sciupiamo il nostro tempo nelle cose futili, non sciupiamo soltanto noi stessi, sottraiamo luce al nostro cammino e all’Opera che ci è stata affidata.

Eppure, in questo ritmo inesorabile, c’è poesia, c’è la tenerezza di un istante condiviso, la bellezza di uno sguardo che rimane anche dopo che la sabbia è caduta, la Clessidra, dunque, non ci invita alla tristezza, ma a un Amore più grande: Amore per il tempo, Amore per la Vita, Amore per l’Eterno che vive nel fragile istante.

Così, contemplando la sabbia che cade, impariamo che la vera Arte non è fermare il tempo, ma viverlo con intensità e con Luce, perché ciò che abbiamo perso non ritorna, ma ciò che abbiamo vissuto con cuore puro rimane scolpito per sempre nella pietra immortale dell’Anima.

A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴

T∴F∴A∴

Fr∴ Elevenios

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