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Il Gabinetto di Riflessione

  • Immagine del redattore: Elevenios
    Elevenios
  • 24 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 10 ott

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Quando le porte del Gabinetto di Riflessione si sono chiuse dietro di me, ho percepito di varcare una soglia invisibile, non era solo una piccola stanza, era un sepolcro e al tempo stesso un grembo, un luogo in cui la morte simbolica prepara la rinascita iniziatica.

Lì regnava il buio, un’oscurità non ostile ma gravida di significato.

Non era il nulla, bensì il grembo del mistero. In quell’ombra, l’unica luce era quella di una candela che tremolava instancabile, piccola fiamma che non dissolveva le tenebre, ma le trasfigurava.

Era il segno che anche nel cuore della notte, la Luce non si estingue mai.

Davanti a me la Bibbia, aperta come libro eterno, la Parola rivelata, ma anche la voce interiore che invita alla ricerca del sacro, essa era lì non come dogma, ma come pietra angolare del Tempio spirituale da edificare dentro di me.

Accanto, lo scheletro, il monito più diretto del Memento Mori. Un richiamo severo e silenzioso, a ricordarmi che tutto ciò che vediamo è transitorio e che l’uomo, per essere davvero libero, deve guardare senza timore il volto della morte.

Sulle pareti, scritte che recitavano parole che invitavano alla riflessione e al dubbio, ammonimenti che scavavano nell’anima più che nella mente, ma sopra tutte, una parola mi colpì: V.I.T.R.I.O.L.

“Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.”

Visitare le profondità della Terra, ovvero di me stesso, e purificando, rettificando, troverai la pietra nascosta, l’essenza più intima e incorruttibile. È un messaggio alchemico e universale, la vera opera comincia non fuori, ma dentro.

Il Gabinetto di Riflessione è dunque un crogiolo interiore, in cui l’uomo è chiamato a bruciare le scorie dell’ego per trarne la sua vera essenza.

Ed ecco che a custodire questo messaggio vi erano anche i simboli alchemici dello Zolfo, del Mercurio e del Sale. Trinità sacra dell’Opera, essi rappresentano lo Spirito, l’Anima e il Corpo, fuoco che consuma, acqua che media, terra che stabilizza. Sono le tre forze che, unite, permettono la Grande Trasmutazione, così come nell’uomo devono congiungersi volontà, emozione e materia per dar vita all’Essere integrato.

E poi il Gallo, dipinto come custode vigile dell’alba, animale che annuncia il sorgere del sole, simbolo di risveglio e di rinascita, il suo canto squarcia le tenebre, come la voce della coscienza che richiama l’Iniziato a non smarrirsi nei labirinti della materia, è lui ad assicurare che, dopo la notte del silenzio e della prova, ci sarà sempre una nuova aurora.

Il tempo, lì dentro, non esisteva più, solo il Maestro Esperto, entrando di tanto in tanto per rigirare la clessidra, mi ricordava che lo scorrere dei granelli di sabbia non si ferma.

Quel gesto, apparentemente semplice, spezzava il filo della mia percezione, lasciandomi nel dubbio se fossero passati minuti o ore.

Alla fine, scoprii di essere rimasto in quel grembo oscuro per circa quattro ore, quattro ore in cui il silenzio ha scavato dentro di me più di quanto mille parole avrebbero potuto.

In quell’esperienza ho compreso che il Gabinetto di Riflessione non è un luogo di attesa, ma un vero rito: una morte al profano, un ritorno alla materia primordiale, affinché l’Iniziato possa rinascere come Uomo Nuovo.

In quel silenzio denso di simboli, mi fu chiesto di redigere il mio testamento morale, non un atto legale, ma una consegna spirituale, lasciare scritto ciò che avrei voluto trasmettere se la mia vita terrena fosse giunta allora al termine.

Compresi che il testamento non era rivolto agli altri, ma a me stesso, mettendomi davanti a una domanda essenziale:

cosa resta di me, se non ciò che ho costruito in spirito e in verità?

Il buio illuminato da una candela, la Bibbia che guida, lo scheletro che ammonisce, il gallo che vigila, i simboli alchemici che svelano la via, le scritte che interrogano, e la parola VITRIOL che sigilla, tutto è strumento e simbolo di un viaggio che non si concluderà mai.

Ciò che ho vissuto in quel silenzio non è rimasto chiuso in quelle mura, ma vive ancora oggi in me, come invito costante a visitare le profondità della mia stessa terra interiore, per cercare, giorno dopo giorno, la Pietra Nascosta.

A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴

T∴F∴A∴

Fr∴ Elevenios

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