Equinozio d’Autunno
- Elevenios

- 20 set
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 ott
Con queste parole desidero introdurre la mia riflessione sul tempo dell’Equinozio d’Autunno, momento sacro in cui la natura e l’uomo si specchiano nell’eterno ciclo della trasformazione.
L’equinozio è equilibrio: luce e ombra si equivalgono, come se il Cosmo intero trattenesse il respiro nell’istante in cui il giorno abbraccia la notte. È il punto di confine, il ponte sottile in cui l’estate si consegna all’autunno, e la vita visibile si ritrae per lasciare spazio al silenzio della materia.
In questa soglia, il nero della dissoluzione incontra il rosso della passione e del sacrificio. La Nigredo e la Rubedo, fasi alchemiche, si uniscono come sposi nel crogiolo dell’anima. Non più opposti, ma strumenti di un medesimo cammino.
Dalla Croce – simbolo di limite, di sacrificio, di morte iniziatica – sorge la Rosa. Essa non nasce dalla vittoria sulla morte, ma dal suo abbraccio: perché solo ciò che accetta di morire a sé stesso può rifiorire nella sua più pura essenza. La Rosa sulla Croce è quindi il sigillo del Mistero: la vita che si vela di morte per trasfigurarsi in nuova luce.
La morte, in questo simbolo, non è annientamento: è velata, nascosta, custodita. È soglia e passaggio, non fine. Ed è proprio in questo velamento che si rivela la verità massonica: ciò che cade, in realtà si trasforma; ciò che muore, rinasce in altra forma.
Infine, il lume interiore – scintilla divina nell’uomo – trafigge l’oro nascosto. Non oro profano, corruttibile, ma oro filosofico: la saggezza eterna, la verità occulta, la Luce che attende di essere liberata dalla prigione della materia. È la stessa luce che, velata nell’oscurità autunnale, prepara la promessa di un nuovo sole.
Così l’Equinozio d’Autunno diventa per noi Massoni un invito alla meditazione e al lavoro interiore: ricordarci che ogni declino contiene in sé il germe della rinascita, che la Rosa non teme la Croce, e che l’oro dell’Iniziazione non è altro che la trasfigurazione della nostra stessa ombra in Luce.
Che ognuno di noi, Fratelli, possa riconoscere in questo passaggio cosmico un richiamo al proprio cammino, e possa coltivare la Rosa che sorge dalla Croce, affinché il nostro Lavoro non sia vano, ma viva testimonianza dell’Armonia universale.
A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴
T∴F∴A∴
Fr∴ Elevenios



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